«Spero che Giorgio I ci ripensi e ritorni al suo posto di Principe di Seborga». Franco Fogliarini, sindaco del piccolo comune arroccato sulla collina di Bordighera, tende una mano al «sovrano» consapevole di quanto i 43 anni di «regno» abbiano portato alla comunità. Soprattutto in termini di immagine, promozione e benessere economico.
Un Principato forse da operetta che, dal 1963 quando Giorgio Carbone venne incoronato Principe da un plebiscito popolare, ha lanciato il nome di Seborga in tutto il mondo provocando la curiosità e l’interesse anche di giornali famosi come il Washington Post.
Fogliarini tende la mano e si difende: «Non è la prima volta che Giorgio I prende le distanze dal Comune contestando scelte legate a lavori pubblici. Ognuno ha le sue idee e tutto è opinabile». Poi aggiunge, quasi a voler gettare acqua sul fuoco di una polemica che vede la stragrande maggioranza della popolazione solidale con il Principe, che «solo chi non decide non sbaglia mai». All’origine della polemica che ha portato all’abdicazione del principe, i lavori di sistemazione, ormai quasi ultimati, intorno alla chiesetta di San Bernardo, un capolavoro di architettura cistercense che risale al 1258.
Giorgio I voleva che la pavimentazione ripercorresse il disegno a raggera di un tempo venisse interamente realizzata in pietra, mentre il Comune ha deciso di abbellire la piazzetta con alcune aiuole che, secondo il principe, «non rispetterebbero l’immagine storica del paese».
Anche su questo fronte Fogliarini si difende sottolineando come il progetto sia stato realizzato da esperti architetti e sia stato approvato dalla Conferenza dei servizi con la partecipazione anche di esponenti della Regione, della Provincia e della Sovrintendenza ai Beni ambientali. «Io - afferma - non sono obbligato ad avere una cultura storica. Mi sono affidato ad esperti che hanno fatto tutte le cose in regola. Spero, però, che questo contrasto possa rientrare e che Giorgio I ritorni al suo posto».
Flavio Gorni, assessore alla Protezione civile della Comunità montana, si schiera apertamente a fianco a Giorgio I: «Prima di affrontare certi interventi pubblici il Comune si dovrebbe consultare con il Principe; ha ragione Giorgio I a sentirsi sfruttato, utilizzato solo in occasione di manifestazioni, per fare del folklore. Il suo pensiero dovrebbe essere tenuto in considerazione anche quando si interviene sulla storia del paese». Poi l’invito: «Spero che riveda la sua posizione e torni sul trono del nostro Principato. E se sarà necessario per far rientrare la sua decisione di abdicare, il Comune provveda a bloccare i lavori nella piazza della chiesa».
Parole di solidarietà sono state espresse a Giorgio I anche dagli abitanti di Seborga, decisamente riconoscenti all’uomo che ha lanciato il paese nel mondo intero con tutte le conseguenze benefiche che ne sono derivate in più di 40 anni. Ma Giorgio I, per il momento, sembra voler restare sulla sua intransigente posizione. Giorgio I, principe di Seborga, ha deciso di abdicare dopo 43 anni di regno.
(Fonte: La Stampa del 23/1/06 Sezione Imperia, pag. 45)