Finalmente è finita una campagna elettorale che tutti avremmo desiderato meno agguerrita e turbata da fatti ed eventi che non hanno fatto certo onore alla storia del principato. Comunque , cosa fatta ....... capo A.
Da lunedì , anche per onorare la memoria di un grande uomo come Giorgio I°, auspico che tutti i seborghini si stringano attorno al loro nuovo principe pronti a sostenerlo in tutto e per tutto per il bene del loro stesso futuro.
In tutta umiltà , con rinnovata sincera simpatia per le Vostre aspirazioni di indipendenza e con l' auspicio che si apra una nuova stagione del dialogo, vorrei essere il primo ad offrire al nuovo principe un dono che sia simbolo di buona volontà e sincere intenzioni nei Suoi confronti : la possibilità di aprire a tempi brevi un consolato di Seborga presso la città e la diocesi di Genova.
A tal fine, metto sin da ora a disposizione dei seborghini e del nuovo principe, chiunque egli sarà , non solo la mia personale disponibilità ma anche la mia residenza personale in provincia di Genova, a pochissimi chilometri dalla Abbazia di Tiglieto, il più antico insediamento cistercense in Italia; già casino di caccia degli avi della mia consorte, i marchesi Cattaneo della Volta, è oggi sede delle delegazioni liguri degli Ordini cavallereschi delle Chiese cattoliche
patriarcali di Beirut e Damasco.
Inutile forse ricordare che, per Seborga, Genova è una città molto importante avendovi sede S.E. il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale italiana, titolare della diocesi entro cui si trova il territorio del principato.
Il dono di benvenuto è stato offerto, resto in attesa di sapere se è gradito.
Ringraziando il sempre gentile direttore della Gazzetta per la Sua cortese accoglienza, porgo ad entrambi i candidati ed a tutti i seborghini i miei più rispettosi saluti formulando fervidi auguri per un radioso avvenire di pace e prosperità.
alla fine si andrà a votare, e penso che i giochi siano fatti.
Il Menegatto, a dispetto del nome, è stato bravo a "menare il can per l'aia" per mesi e a infinocchiare le deboli menti seborghine, e da voci di corridoio si dice che abbia già vinto a colpi di acquisti di elettori con promesse di posti di lavoro (?) in sue proprietà. Anche se dovesse prendere meno voti del Morgia un santo in paradiso lo farebbe vincere lo stesso. Tanto chi controlla i voti, i Carabinieri ?
Purtroppo è andata così, uno che non ha fatto nulla, se non deturpare con i Quod l'ambiente seborghino, farsi gli affari propri, e non farsi mai vedere a Seborga, forse, anzi è già scritto, vincerà.... e farà il principe delle sagre di paese ! Questo è certo. Ma secondo voi andrà a Strasburgo o in altre sedi internazionali a perorare la causa dell'indipendenza ? Ma va là, con le grane giudiziarie che ha già avuto, figuriamoci se va a cercarne delle altre.
Se i seborghini vogliono fare qualcosa di serio, se vince qualcuno in modo non trasparente, nominino un loro Principe e si impossessino dell'eredità morale di Seborga creando due principati, poi il migliore avrà l'attenzione di chi conta oppure muoia Sansone con tutti i filistei. A questo punto Seborga torni a essere italiana, e basta con "gli attentati all'unità nazionale" art. 241 Cod. Pen.
Alberta Machetti (24/4/10)
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IO VOTEREI PEPI , ALMENO E' SINCERO
Con l' elezione di Marcello Menegatto a principe di Seborga si consumerà alfine una squallida storia poco consona all'alto ideale di principato che Giorgio I° voleva tramandare ai posteri. Come nelle più contorte sceneggiature teatrali caratterizzate da tradimenti, bugie, vigliaccate e bassezze di ogni genere, il principe bello, giovane, ricco, simpatico e ben sposato ascenderà al trono immaginario mentre il suo padrino, l' avv. Alberto Romano, se la riderà sotto i baffi per essere riuscito ad infinocchiare per bene tanto la Chiesa quanto i fasi moralisti seborghini.
Infatti, che Romano e Menegatto siano grandi amici di vecchia data è cosa saputa solo da pochissimi ma è la verità!
L'unico che dall' inizio ha capito tutto perchè conosce i suoi polli è il signor Sindaco (che presto verrà silurato) il quale ha infatti dichiarato che con Giorgio I° il principato è finito.
Altro che indipendenza e storia templare, vedrete: per il duo Menegatto e Romano saranno palazzi su palazzi, per i seborghini ......... le aiuole!
Dalla pubblicazione o meno di questa mia si capirà qualche cosa di più su chi è parte integrante del grande disegno o ha mantenuto un' onesta e dignitosa autonomia.
Giorgio Parodi (23/4/10)
MENEGATTO, SAREBBE IL PRINCIPE IDEALE
Buongiorno alla Redazione della Gazzetta di Seborga,
Nella mia qualità di giornalista, seguo con interesse l’elezione a Principe di Seborga, se non altro per la grande ammirazione e amicizia che avevo personalmente con lo scomparso Giorgio I°. Tra i due contendenti che si aggiudicheranno domani i favori del popolo del piccolo Principato adiacente la mia città, Bordighera, chi verrà eletto avrà il dovere di continuare - per l’interesse di Seborga e dei suoi residenti - a combattere al fine di raggiungere quell’obiettivo che Re Giorgio si era prefissato: “Seborga libera e indipendente…” La disparità tra i due candidati uno, uomo di Relazioni Pubbliche (Pepi Morgia) e l’altro, Marcello Menegatto giovane impreditore, è senz’altro molto alta.
Tuttavia sono certo che un giovane, un imprenditore, un uomo abituato a vincere anche nella vita privata, sia come uomo d’affari, che come sportivo, abbia certamente più possibilità perché ragiona da imprenditore e per questo sà come investire (come d’altronde stà già facendo) per incrementare gli interessi economici e turistici di Seborga.
Lo stesso Menegatto, molto noto negli ambienti sportivi internazionali e con grandi relazioni anche nel Principato di Monaco per essere amico di Alberto II°, ha molte più possibilità nel convincere altri imprenditori ad investire nel Paese, in quel Paese che un giorno potrà aggiudicarsi quella “libertà economico-finanziari” sulla quale molti puntano. Chissà che non sia proprio Marcello Menegatto a dare continuità nel “piccolo grande sogno” dell’amico Giorgio che ricorderò sempre, anche per la sua grande umanità.
Concludo quindi sperando che i cittadini di Seborga pensino al loro futuro nella speranza che possa essere più roseo e possa prosperare nel migliore dei modi: oggi è solo l’economia che può vincere… In bocca al lupo dunque e vinca il migliore.
Ilio Masprone (Direttore Responsabile de “IL FOGLIO Italiano” Montre-Carlo) 23/4/10
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DAL GRUPPO AMICI DI SEBORGA DI MILANO E PROVINCIA
Auguri ai due candidati a Principe di Seborga, Marcello Menegatto e Pepi Morgia.
Gruppo Amici di Seborga di Milano e Provincia.
Dott.Giovanni Vailati (23/4/10)
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IL DIRITTO AL VOTO
Gentile direttore,
A seguito della voce trapelata da alcune delle uscenti cariche del Principato si sta diffondendo la notizia secondo cui il documento che legittima alla partecipazione elettorale sia esclusivamente la carta d’identità comprovante la cittadinanza.
Per chiarezza nei confronti di tutti, credo sia utile e necessario sottolineare come il diritto al voto non possa essere ricondotto al mero possesso del documento.
Nonostante abbia sì valore di legittimazione alla partecipazione al voto, di fatto, però non può avere un effetto escludente nei confronti di chi abbia contribuito alla prima votazione della Costituente che ha posto le basi giuridiche dell’intero assetto istituzionale.
Ciò in forza del fatto che avendo preso parte alla stessa ha voluto legittimare i soggetti oggi uscenti al Governo del Principato e l’impedimento alla votazione per il solo fatto del mancato possesso del documento non ha alcun fondamento giuridico.
Infatti, il diritto al voto è strettamente connesso al requisito fondamentale della cittadinanza: la sua perdita, secondo la Costituzione, può avvenire solo ed esclusivamente per espresso (quindi rivolto al singolo cittadino) provvedimento motivato da parte del Principe. Il che non si è mai verificato nei confronti di nessuno, ergo, coloro che hanno partecipato alla prima votazione della costituente non hanno mai perso per alcun motivo, il diritto al voto.
Inoltre, ad avviso di chi scrive invito tutti i cittadini in questione a presentarsi in ogni caso nel luogo deputato alla votazione facendo valere il proprio inalienabile diritto al voto.
Qualora ciò venisse impedito da qualunque soggetto (indipendentemente dalle ragioni), esprimete comunque la vostra preferenza senza timori che peraltro dovrà avvenire in maniera palese; sarà compito così degli scrutatori dare una successiva valida ragione per l’eventuale invalidità del vostro voto.
Grazie per la disponibilità da Lei concessami, distinti saluti.
Joseph Biasi
Gentile Sign. Biasi,
la questione è interessante e merita l’attenzione delle autorità preposte, soprattutto per fare chiarezza sui punti da lei sollevati. Il Principe è eletto dal Parlamento Generale di Seborga (art. 26), ovvero da tutti i cittadini di Seborga, i quali (art. 23) hanno “…pieno possesso di tutti i diritti civili, economici e politici” e quindi del voto, a meno che (art. 25) non abbiano perso per Decreto, a seguito di sentenza penale, di condanna al bando perpetuo, la Nazionalità e la Cittadinanza.
Sulla questione della carta d’identità, gli Statuti Generali prevedono un Registro Anagrafico del Principato (pagg. 58 e 62) sul quale sono iscritti i nomi di coloro che hanno ricevuto il conferimento della Nazionalità e della Cittadinanza Seborghina. È chiaro quindi che la natura stessa di questo registro è quella di garantire, soprattutto a coloro che nel corso degli anni hanno acquisito per vari motivi e decreti la Cittadinanza Seborghina, di godere degli stessi diritti (civili, economici, etc.) che godono i Seborghini nati sul posto.
Un minimo di controllo su coloro che hanno diritto o meno di godere di questi diritti, soprattutto in questa fase importante e delicata della storia del Principato, mi sembra doveroso e naturale pretenderlo.
Secondo il mio parere, quello che è importante in questo momento è sapere che il registro in questione è stato tenuto aggiornato e se qualcuno dovesse avere dei dubbi in proposito, si rivolga al più presto ai membri del Consiglio dei Priori per controllare i propri dati.
Il Direttore
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Chiunque dei due sarà eletto saprà essere sicuramente all'altezza dei Suoi doveri verso Seborga ed il suo popolo, verso la storia e la secolare tradizione di questo affascinante luogo. Non sarà certo facile raccogliere la pesante eredità morale dell'indimenticabile Giorgio I, il principe di Seborga per antonomasia ma, facendo tesoro del Suo fulgido esempio, sarà certo possibile tentare almeno di non disperderne le grandi conquiste politiche, storiche e spirituali da lui lasciate in eredità al Suo amato popolo.
Sono contento di aver a suo tempo provocato i seborghini definendoli incapaci di prendere “decisioni forti” perchè forse anche da ciò è scaturita la loro orgogliosa reazione, manifestazione tangibile della loro fiera volontà di proseguire lungo il solco già tracciato dal grande principe.
Naturalmente auspico anche che il grande patrimonio di esperienza e fedeltà alla causa seborghina dell'Avv. Alberto Romano, uomo di rare virtù umane, professionali e spirituali, non vada disperso giacchè presso le competenti sedi europee Egli può ancora essere straordinariamente utile per l'ottenimento degli importanti riconoscimenti cui ambiva il defunto sovrano il quale aveva affidato proprio all'Avv. Romano il patrocinio di tutte le necessarie ed opportune iniziative legali.
Mi appello pertanto ad entrambi i candidati affinchè vogliano benignamente accogliere questo mio suggerimento di scegliere l'Avv. Alberto Romano quale loro ministro della Giustizia nonchè ambasciatore plenipotenziario presso l' Alta Corte Europea di Giustizia.
Da parte mia, in tutta umiltà, metto sin da ora la mia modesta persona a completa disposizione del nuovo sovrano che potrà sempre contare sul mio aiuto nella Sua ricerca del giusto e del vero, nonchè a completa disposizione del popolo di Seborga che ha saputo dimostrarmi ch, quando c'è da batters , sa essere all’ altezza del Suo grande passato.