Spesso si sente
dire in paese: Giorgio è morto! Ma io mi ribello e ricordo a me stesso quel che
scrisse un grande Poeta: “sol chi non lascia eredità d’affetti… muore” ed io mi
permetto di aggiungere: “solo chi non ha detto o non ha fatto niente nella vita
terrena, può essere dimenticato” e Giorgio di affetti ne ha lasciati tanti ed
ha detto e fatto altrettanto, quindi non si può cancellare così il ricordo di
un grande uomo che nel percorso terreno ha amato, ha dato, ha detto ed ha fatto
tanto per gli abitanti del “SUO” Principato, sicuramente il primo, tra
pochissimi, che Lo hanno veramente e sinceramente creduto e seguito in questa
idea.
Si è vero, il
corpo di Giorgio è morto, la Sua fisicità non ha resistito e ad un certo punto
l’ha abbandonato, ma sicuramente Egli non ha abbandonato chi gli ha voluto ed
ancor di più Gli vuole bene adesso.Giorgio era ed è
amato per il Suo essere eccentrico, per il Suo modo di porgersi, per il Suo
sapere essere “burbero” – per usare un aggettivo riduttivo – e nello stesso
tempo per il Suo stendere le mani ad abbracciare colui che un attimo prima si
era preso la reprimenda.
Tutti ricordano
l’amabilità con la quale Giorgio sapeva porgerSi agli altri e nello stesso
tempo il Suo imporsi con umiltà nella
consapevolezza che chi Gli stava accanto era un proprio fratello.Già, il concetto
di fratellanza, da tanti equivocato, ma che, per Lui, era un riconoscimento in
Cristo.
Ha fatto baldoria
con i Suoi Fratelli Seborghini, ma li ha sicuramente amati fino al punto di
giustificare, negli ultimi anni della propria vita, l’abbandono del quale ha
sofferto.Giorgio è un
grande e ripeteva spesso “I Seborghini non mi hanno capito…..ma verrà un giorno
in cui mi capiranno e si sveglieranno….”
Quasi a voler
dare una motivazione giustificatrice del Suo operato silente e lasciare una
speranza che “i Suoi Seborghini reagiranno”.Ecco perché
Giorgio non è morto, ma continuerà a vivere nel ricordo perenne di tutti, con
tutti i Suoi pregi ed i Suoi difetti.
E l’autore di
queste righe, tra gli altri, ringrazia il Buon Dio e la Santa Vergine Maria,
della quale Giorgio era devotissimo, per avergli dato la fortuna di conoscerlo,
di rispettarlo e di amarlo, prima, ora e per sempre.Ed è in forza di
questi sentimenti, profondi e veri, che a distanza di due anni dalla Sua
scomparsa intendo perseguire e portare a conclusione quei progetti e quelle
aspirazioni con Lui stesso studiate ed iniziate, affiancando e seguendo il suo
successore S.A.S. Marcello I.
Alberto
Romano