Alcuni giornali
Italiani hanno pubblicato in questi giorni la notizia di un rinvio a giudizio
dal Tribunale di Sanremo nei confronti dell’Avvocato Alberto Romano. L’udienza
è stata fissata per il 5 Ottobre 2012.
L’accusa, mossa da tre ex cittadini del
Principato, sarebbe di aver autenticato firme false nei ricorsi del Principato
alle corti di Strasburgo e Lussemburgo.
La notizia è stata ovviamente accolta a
Seborga con incredulità e indignazione, sia dalla cittadinanza che dalle
Autorità Seborghine.
S.A.S. Marcello I ha reagito alla notizia da Ginevra, dove
si trova attualmente per promuovere la nostra moneta, il Luigino, con un
comunicato ufficiale che riportiamo qui di seguito:
Principato di
Seborga
PALAZZO DEL
GOVERNO
_________
S.A.S. Marcello I
Principe di
Seborga per grazia di Dio
E per volontà del
Popolo Sovrano
Ginevra, 10
Giugno 2012
Mi riferisco agli
articoli pubblicati su Ligurianotizie.it, sulla Gazzetta dei Cavalieri Bianchi
e su Puntoventimiglia.it, in merito a delle presunte firme false a Seborga.
Questa presunta
falsità si concretizzerebbe nell’avere l’Avv. Alberto Romano autenticato le
firme di tre persone che le stesse
apposero in calce a due ricorsi presentati rispettivamente presso la Corte di
Giustizia di Lussemburgo e presso la Corte dei
Diritti dell’Uomo a Strasburgo.
Tali articoli
partono dal presupposto che queste suddette tre firme sarebbero apocrife. Ma
veniamo alla verità dei fatti.
Negli anni 2007 e
2008, l’Avv. Romano, letti i testi ed i documenti, suggerì al Principe Giorgio
I° di redigere un ricorso da presentare alla Corte Dei Diritti Dell’Uomo di
Strasbrurgo.
In questa fase preparatoria, Giorgio I° insistì, contro il parere del
professionista, di voler inviare il ricorso anche alla Corte di Giustizia di
Lussemburgo. Ultimati i due ricorsi, vennero raccolte le firme dei cittadini
che sottoscrissero i documenti, i quali furono poi inviati a Lussemburgo e a
Strasburgo.
Così come previsto dall’Avv. Romano, la Corte di Lussemburgo, dopo
un esame preliminare, restituì il ricorso dichiarando di non poterlo prendere
in esame in quanto il Principato di Seborga non era uno Stato riconosciuto
dall’Unione Europea, mentre la Corte di Strasburgo a tutt’oggi lo sta ancora
esaminando.
Come era costume
del compianto Principe Giorgio I°, del ricorso in questione ne tenne informati
tutti i cittadini del Principato, specialmente coloro che apposero le loro
firme in calce e che contestualmente vennero autenticate dall’Avv. Romano.
Quindi, a mio parere, hanno mentito e mentono le tre persone che hanno sporto
la querela contro quest’ultimo.
Inoltre desidero
precisare che l’Avv. Romano non riveste attualmente la carica di Segretario di
Stato di questo Governo; lo è stato in passato, ai tempi d Giorgio I° e solo
per un refuso di stampa, la rivista INSIDE SEBORGA lo ha erroneamente
qualificato come tale ancora oggi.
A questo punto
ritengo opportuno precisare che l’operato del professionista Romano, né ai
tempi del mio predecessore né a tutt’oggi, ha mai richiesto o ottenuto compenso
professionale alcuno, dedicandosi all’aspirazione di indipendenza del
Principato a titolo assolutamente gratuito. C’è quindi da chiedersi cosa mai lo
avrebbe spinto ad autenticare firme false su un atto che allo stesso nulla
avrebbe portato di vantaggioso.
Ed ancora va
sottolineato che l’Avv. Romano ha svolto e sta continuando a svolgere la
propria professione di Avvocato del Principato ad esclusivo vantaggio della
popolazione stessa e va aggiunto che, al decesso del mio Predecessore, gli
odierni querelanti hanno appoggiato e sostenuto l’operato dello stesso.
Coloro che oggi
hanno esposto querela, avevano avuto modo, quand’era in vita Giorgio I° , di
visionare i ricorsi in questione, completi di firme. C’è da chiedersi come mai
non sollevarono a quei tempi l’obiezione che le loro firme erano false!
Un ultima
precisazione: l’attuale Governo ha emesso un provvedimento con il quale ha
revocato, già da tempo, la cittadinanza del Principato a questi e ad altri
individui, proprio a causa dei loro ripetuti e costanti atteggiamenti
defatigatori, tali da giustificarne questo mia decisione.
Ancora una volta
il comportamento di questi signori va letto come un’offesa alla memoria del
nostro compiano Principe Giorgio e come un ulteriore atto ostativo a danno
della popolazione tutta del Principato.
Circa poi le
notizie sulle mie presunte speculazioni finanziarie, ho dato incarico di
predisporre una querela per diffamazione e falso.
All’Avv. Romano,
il Governo ed io esprimiamo la nostra totale solidarietà, certi della
infondatezza dei fatti addebitatigli, ricordando a tutti che un rinvio a
giudizio non equivale ad un accertamento di responsabilità e ad una sentenza di
condanna.
S.A.S Marcello I
Principe di Seborga