15 giugno 2006

I lettori ci scrivono...

SUL CASO PRINCIPESSA YASMIN

Gentile Signori, abitanti di Seborga,
Come già stato comunicato da parte mia, a mio parere il caso "Seborga" fu volutamente e forzatamente elevato in scandalo poiché è gestito dalla persona che sa` creare tanta confusione e guai a coloro che prende di mira con lo scopo di portare via la loro tranquilità e serenità, ma sfruttare il chiasso per una "popolarità" sua. Vi ho comunicato prima l'indirizzo della pagina www.dinastiabarbaccia.com/Aproposito.html la quale fu creata apositamente per dare spiegazioni a colui che rimane sconvolto dagli attacchi degli organismi fantomatici che crea la signora virtualmente.
Da quello che scrive (scrivere sa brillantemente e induce in dubbi chiunque inesperto) è poco vero e poco credibile, ma fa impressione poiché usa bene le sigle, le espressioni ecc. A proposito delle sigle: è un'esperta di sostituire le segle famose con le sue virtuali, abbiamo scoperto che sotto la sigla IAGI, a nome del cui parlava e denigrava tanti, invece dell'Istituto Araldico Genealogico Italiano, si nasconde un suo clon-Istituto Araldico Genealogico Internazionale (che bisogna anche scoprire che cos'è e dove); al posto della famosa e tanto giocata da ella sigla CIA, si nasconde il clone dell'associazione dei consumatori (anche questa irriferibile). Così, in vostro caso l'AJA potrebbe essere un altro gioco simile. Inoltre, la signore non è tedesca, ma napoletana e di nome Gelsomina Aprile, abita probabilmente a Milano, se anche dice che abita tra New York e Scozia. I suoi titoli e cognome sono frutto di fantasia, ed è quasi sola nelle sue avventure letterarie. Ella ha una passione di sconvolgere le vite altrui, ne trae un piacere morboso, ma ovviamente gode di sentire il suo nome (Yasmin è il suo pseudonimo letterario) pronunciato o scritto. Comunque, sono molto contento che il Principe Giorgio I non molla e gli abitanti di Seborga lo sostengono.
Auguri a tutti. Speriamo che molto rumore per nulla passi velocemente e senza tanti danni. Con rispetto.
Pr. Paolo Francesco Barbaccia