01 marzo 2010

Candidatura e programma dell’avv. Alberto Romano

L’Avv. Alberto Romano, candidatosi alla carica di Principe di Seborga, ci ha fatto pervenire il suo programma che – come dichiara – “è ispirato al pensiero del nostro compianto Principe Giorgio e volto alla Sua pedissequa attuazione”. Ecco qui di seguito il testo integrale del suo programma.

Miei cari amici e compatrioti,

forse molti di Voi se l’aspettavano e quindi ecco, dopo tante, la mia candidatura a Principe di Seborga. L’avere atteso tanto tempo non è una strategia, ma una consapevole presa di coscienza di voler portare avanti il discorso che la maledetta SLA ha impedito al nostro amato Principe Giorgio di continuare il suo progetto a favore di ognuno di Voi che siete e rimarrete i destinatari finali del lavoro svolto da LUI nei lunghissimi anni di dedizione.

Lungi da me l’ardire di sostituirmi a Giorgio prima nel Vostro cuore e poi nel Suo enorme ed instancabile lavoro, ma sicuramente è mia intenzione , se Voi me lo permetterete, fare mio, il suo pensiero per far sì che ognuno possa godere dei benefici per i quali Egli, insieme a me, aveva gettato le basi.

Seborga, che si creda o non, è un PRINCIPATO di diritto e per diritto, è uno Stato indipendente per la Storia che lo accompagna ed ecco perché sto proseguendo la battaglia iniziata con Giorgio dinanzi alla Corte di Giustizia Europea per i Diritti dell’Uomo.
Certo, come tutte le battaglie si possono vincere o perdere ma, in questo malaugurato caso, non mi fermerò ed andrò fino in fondo convinto, come sono, delle buone ragioni del Principato e quindi Vostre.

A proposito tengo a precisare nei confronti degli increduli e dei detrattori che il ricorso è pendente dinanzi alla Corte suddetta che, con molta probabilità, si pronuncerà prima dell’estate di quest’anno e la relativa documentazione, in mio possesso, non la pubblico per evitare interferenze che, a volte, possono sortire l’effetto contrario.

MA QUAL’E’ IL MIO PROGRAMMA?

Dico subito che esso si articola secondo due possibilità: la prima, se la Corte si pronuncerà favorevolmente e la seconda, se la decisione della Corte sarà in senso negativo.

Nel primo caso, la Corte, acclarata e ribadita l’indipendenza del Principato di Seborga, dovrà emettere a carico dello Stato Italiano sentenza di condanna a risarcire a nostro favore tutti i danni patrimoniali provocati per essersi appropriato nel 1946 del nostro territorio.

Ma come potranno essere quantificati tali danni subiti dal Principato, soprattutto in considerazione che il territorio rivendicato è di ben 14 chilometri quadrati?

Sicuramente dovrà essere affrontata una serie di procedimenti giudiziari per la rivendicazione dell’intero territorio, così come risultante dalla donazione del 954 e successivamente bisognerà adire l’Autorità Giudiziaria per la loro quantificazione.

Certamente sarebbe così elevato l’importo del risarcimento da garantire ai Cittadini del Principato di Seborga una tranquilla sopravvivenza. In questo caso, però, non bisogna farsi prendere dall’euforia perché una vittoria del genere comporterebbe tutta una serie di accordi con lo Stato Italiano e con tutte le imprese delle quali quest’ultimo è partecipe e azionista. Parliamoci chiaro, in questa ipotesi, la nascita del Principato aprirebbe uno scenario di impegni inimmaginabili.
Tra i tanti ci si dovrà preoccupare, prima di tutto, di garantire agli anziani il riconoscimento dei propri diritti di assistenza e di acquiescenza, già acquisti e percepiti, la costruzione di un polo ospedaliero ad altissimo livello, il che vuol dire l’impiego di famiglie ed il trasferimento in loco e quindi….scuole a ciclo completo dalle materne alle superiori, dagli istituti specializzati fino alle università e ciò comporterebbe occupazione giovanile e la possibilità di garantire a tutti un livello di istruzione tale da poter “formare” tanti ragazzi Seborghini che hanno la potenzialità per assurgere, in un domani, a classe dirigente.

Assumere e formare un sano corpo di polizia che, oltre alla difesa dei confini, dovrà avere come obbiettivo principale la tutela della salute e della vita dei Seborghini dalle infiltrazioni malavitose che tenteranno, anche sotto mentite spoglie, come già stanno facendo, di penetrare nel territorio attraverso insediamenti più o meno leciti. Per far questo sicuramente dovremo collaborare con le Forze di Polizia oggi esistenti in Italia che da oltre 50 anni già svolgono sul territorio questo lavoro di tutela e di prevenzione.

Sì lo so, molti di Voi penseranno che tutto quanto sopra ipotizzato potrebbe essere considerato solo utopia, sogno che due persone (Giorgio 1° ed io) hanno fatto ad occhi aperti in alcune serate o giornate trascorse insieme, ma posso assicurarVi che di tutto ciò si potrà cominciare a parlare soltanto tra qualche mese, convinti come eravamo e sono che presto si potrà trasformare in importante realtà per chi ha creduto e crede nel progetto PRINCIPATO DI SEBORGA.

Ma per essere pronti ad affacciarsi in uno scenario europeo e mondiale, prima di ogni altra cosa, dovremo prepararci noi stessi ed è per questo che il mio progetto sarà inizialmente rivolto all’interesse e nell’interesse di ogni Seborghino: passi lenti e graduali accompagneranno la nostra trasformazione e Seborga, se lo vorrà ma e soprattutto se ci crederà, potrà diventare quanto meno al pari del nostro “vicino” Principato di Monaco.

Commissioni di persone qualificate e competenti potranno occuparsi di adeguati richiami turistico-culturali e, non solo, con la realizzazione di progetti che potrebbero fondere storia passata e futuro, trasformando il nostro Principato in una meta di grande richiamo.

Ma, prima di tutto questo, è necessario che l’impegno legale da me, fino a questo momento, portato avanti con assoluta totale dedizione e gratuitamente, continui nell’iter imposto dalla legge internazionale.

Ecco perché la mia vita è sempre più coinvolta in questa battaglia che cercherò, in ogni modo, di chiudere a nostro favore e tutto quanto riferito rientra a fare parte integrante del mio programma che spero di potere avviare e/o continuare nel settennato che il Principe che Voi sceglierete, cooptato da uno staff di governo che sarà composto, per quanto mi riguarda, da una parte rappresentativa della storia, delle tradizioni e dei costumi del nostro territorio e dall’altra, da giovani di ambo i sessi che dovranno apportare la loro forza facendo leva sulla propria potenzialità e sulla propria voglia di fare un qualcosa per il proprio territorio.

Soprattutto ai giovani va il mio pensiero e la mia raccomandazione: diffidate dei mentitori, dalle facili promesse di denaro, “Babbo Natale” non esiste, l’onestà, la correttezza, la voglia di lavorare, pagano sempre.
Non fatevi fuorviare dai facili guadagni, ma studiate, lavorate e guardate avanti perché Voi soli potete portare avanti un’idea, un programma e non siate diffidenti perché più il programma è importante e più dovete impegnarvi a realizzarlo.

Ricordate ancora le parole che un Vostro coetaneo, inginocchiato accanto al feretro di quel grande Uomo che è stato per tutti noi Giorgio 1°, ha pronunciato riferendosi a Lui “noi siamo tutti figli Tuoi”.

Non dimenticate mai quest’Uomo ed il suo esempio vi dia lo sprone per credere e continuare: Lui – ed io con Lui – e voi tutti insieme a me - siamo convinti che la morte del fisico non può né deve fermare un’idea ma e soprattutto non può cancellare la certezza di un diritto ed il nostro Principato è una certezza ed è un diritto.

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Ma se la Corte di Giustizia la dovesse pensare diversamente , in questo secondo caso, dobbiamo stringerci insieme ed affrontare questa ipotesi.

Continuare a far leva sulla nostra potenzialità che non è poca. Dobbiamo sapere sfruttare le risorse che Giorgio 1° ha creato e che altri hanno sparso per il mondo. Dobbiamo impostare una seria strategia per poter finalizzare al meglio quanto già abbiamo.
Dobbiamo concentrare in Seborga ogni iniziativa, prima di tutto fornire il nostro Principato di bandiere e le nostre guardie, di divise, entrambi necessari per dare all’esterno e agli abitanti del territorio una impronta di cambiamento; riportare in Patria il servizio passaporti, oggi gestito in Lussemburgo, oscurare tutti i “sedicenti siti ufficiali” e crearne uno che sia veramente ufficiale del Principato, coadiuvato dalla pubblicazione di un Giornale “vero e solo”; gestire oculatamente i Luigini; formalizzare accordi, già in corso, per aprire un piccolo sportello bancario dove adesso c’è la Cassa dei Cavalieri; potenziare l’ambulatorio medico, soprattutto nel momento in cui l’Ospedale di Bordighera sta per diventare soltanto un polo ospedaliero di smistamento; invogliare le famiglie dei paesi vicini a mandare a scuola a Seborga i bambini, magari fornendo un pulmino che prelevi gli stessi dalle abitazioni e concorrendo alla spese della mensa; incrementare il turismo di qualità e favorire le iniziative private (magari pubblicizzando e potenziando, con idonei aiuti, più e meglio quelli già esistenti, come per esempio, il Museo degli strumenti musicali, le trattorie, i bed&breakfast, gli esercizi commerciali, ecc.) e sempre, in questo denegato secondo caso, instaurare una corsia preferenziale e parallela con le Istituzioni pubbliche locali, sempre nel reciproco rispetto dei ruoli che dovranno essere percorsi parallelamente ma che, in ogni caso, dovranno confluire verso un unico risultato: il benessere dei Seborghini.

Una ultima, nota nel senso della presente programmazione, ma non certamente ultima per l’importanza che merita, è il riconoscimento di Fede che intendiamo ribadire verso la Chiesa di Roma ed in particolare nei confronti di Sua Santità il Papa, attribuendo a Lui la titolarità di sommo tutore spirituale e religioso del nostro Principato, essendo questo un antico feudo cistercense anche se, in quanto tale,ha continuato e continua a godere di ampia libertà, tanto da potere eleggere, in propria autonomia, il suo principe.

In politica estera va ampliato e debitamente informato e centralizzato il nostro servizio con gli Stati esteri mediante il monitoraggio dell’attività dei Consoli oggi in carica e l’ampliamento della rappresentanza consolare a vasto ed oculato raggio verso tutto il resto del mondo. Per fare ciò bisogna fare riferimento ai consoli già esistenti che hanno finora lavorato – ed in molti casi,bene – per il nostro Principato.

Una nota, infine, va agli Ordini dei Cavalieri di Seborga: quelli di SAN BERNARDO e quelli del SANTO SEPOLCRO. Entrambi gli Ordini sono stati riformati e creati dal compianto Principe, che su di essi ha riposto grande lavoro e grandi speranze.
Ora, però - e non certo per infiltrazioni massoniche – questi Ordini stanno attraversando un periodo di difficoltà nei rapporti interpersonali tra i Cavalieri che li compongono e tra i cittadini, vuoi per l’ambizione di alcuni, vuoi perché altri sono stati elevati a Cavalieri pur non avendo l’esatta consapevolezza dell’importanza di appartenere all’uno o all’altro Ordine, vuoi per la bontà, a volte eccessiva, del nostro bene amato Principe che non sapeva dire di no ad una proposta o ad una presentazione fatta dall’uno o dall’altro Cavaliere.

Si è detto sempre che per essere Cavalieri non basta indossare un saio od una mantella, ma bisogna avere una Fede Cristiana ed un credo, oltre a possedere gli intimi sentimenti che la Fede comporta.

Non è sufficiente venire a Seborga tre, forse quattro volte l’anno nelle feste comandate, ma bisogna venire a Seborga e vivere questo posto nella consapevolezza della Sacralità che in esso è profusa in ogni dove ed operare in conseguenza.

Questo è l’altro punto che bisognerà trattare nella totale cooperazione con i Cavalieri stessi, con la Curia Vescovile e con il Parroco, fuorviato dai “si dice” e/o dagli “articoli di stampa” inopinatamente ed inopportunamente pubblicati, a volte, in modo anonimo.

Le iniziative di cui sopra, che sono solo alcune delle possibili e più immediate, già potranno portare occupazione che non dovrà essere cercata altrove ma a Seborga, potranno portare, attraverso una collaborazione fattiva con gli esercenti e con i volontari, e ce ne sono di pronti a farlo, saggiamente ed opportunamente coinvolti, un contributo economico che può risvegliare lo stato di torpore in cui Seborga è caduto ultimamente e trasformarlo in una voglia di ripresa.

Non sentiamoci ospiti in casa nostra ma lasciamoci da parte la tristezza e tutti insieme procediamo e contribuiamo al risveglio di Seborga: smettiamo i nostri abiti di vittime e diventiamo protagonisti, perché la storia del nostro Principato può darci tanto, basta saper credere e, una volta individuati gli uomini, lavorare insieme a testa alta e con dignità perché non abbiamo niente da invidiare al mondo ed il mondo sta aspettando proprio e solo questo.

Riappropriamoci della nostra storia, non dimentichiamo la Sacralità che aleggia sul nostro Principato, ma utilizziamo la stessa per portare avanti il nostro percorso e ricordiamo sempre che “è meglio essere invidiati che compatiti”.

Con molta dignità teniamo in alto le nostre teste e le nostre schiene, cerchiamo sempre di essere protagonisti della storia e mai succubi per non dare al nostro amato Giorgio la sensazione che la Sua vita, il Suo sacrificio, il Suo credo siano stati inutili.

VIVA IL PRINCIPATO DI SEBORGA E VIVA I SEBORGHINI !

Con umiltà il Vostro
Alberto Romano