24 marzo 2010

Cinque anni di Gazzetta, grazie ai nostri lettori

Quest’anno (ad ottobre) la Gazzetta di Seborga festeggerà i suoi primi 5 anni di vita. Siamo partiti timidamente e senza sapere come la comunità online ci avrebbe accolto.
Oggi, a distanza da quei primi passi, possiamo constatare con soddisfazione che questa piccola testata è seguita con attenzione e regolarità da migliaia di visitatori di lingua italiana e anche dall’estero.

Nel solo mese di marzo (e in data odierna) abbiamo registrato 4,393 visite, delle quali 3,215 sono di coloro che ci hanno letto per la prima volta! Dall’inizio di quest’anno, abbiamo avuto 9,423 visite e - considerato che l’anno scorso il totale complessivo era di 10,927 visitatori - possiamo prevedere con fiducia che quest’anno duplicheremo questa cifra. Non è male per una piccola testata come la nostra che rappresenta un piccolo territorio come quello del Principato di Seborga.

Nel corso di questi anni abbiamo affiancato alla Gazzetta altre due edizioni per l’estero: in inglese e in francese, che anch’esse hanno avuto un grosso seguito. Diciamo “hanno avuto” perché al momento sono sospese: non certo per mancanza di lettori, ma solo per scarsità di risorse umane. È un problema nostro, interno, che speriamo di risolvere al più presto per poter così riallacciare il rapporto interrotto con i migliaia (30 mila circa) di “seguaci”, curiosi e simpatizzanti della causa seborghina, sparsi in tutto il mondo.
Una fama mondiale, quella di Seborga, dovuta grazie all’infaticabile lavoro e perseveranza di Giorgio I. Il peso di questa eredità è grande e richiede un impegno collettivo da parte di tutti i seborghini e in particolare da parte del nuovo Principe che sarà eletto.

Oggi vogliamo dire GRAZIE e condividere con tutti voi questi traguardi. Ci vuole molto coraggio per affrontare i “giganti” e le incertezze del domani. I seborghini ne sono consapevoli, perché Giorgio I li ha preparati ed abituati a questa realtà. La vostra presenza, sia numerica che virtuale, ci incoraggia e per questo ve ne siamo grati.
Il Direttore