“Il Venerabilis Equester Ordo Sacri Principatus Sancti Sepulchri non è certo di proprietà di un’associazione, ma appartiene per storia al Principato di Seborga”.
Egregio Signor Direttore, come da Lei previsto, dopo le “precisazioni sull’Ordine” che, evidentemente hanno colpito nel segno, il sedicente Gran Priore del V.E.O.S.P.S.S. si è scatenato attraverso il suo organo di stampa “la Gazzetta dei Cavalieri Bianchi di Seborga” imbastendo ben due articoli sui prevedibili destinatari: S.A.S. Marcello 1° ed il sottoscritto, fino a definire entrambi protagonisti dell’ “AFFAIRE ROMANO-MENEGATTO & CO”.
Francamente non avrei voluto rispondere a queste ulteriori provocazioni da parte del sig. Barbero & co., ma ciò che questo signore – rectius – chi, per lui afferma, merita, in qualche modo, un’ulteriore precisazione da fornire soprattutto a chi, evidentemente, ignora (in buona o in mala fede?) quanto è stato scritto.
Romano che, pur non essendo depositario della conoscenza e della verità, (ci ricordiamo tutti il “più so e più so di non sapere”), non avrebbe mai detto né scritto “che solo il Principe di Seborga può essere Gran Priore dell’Ordine” anche perché prima ancora “di ronzare attorno al Fratello Giorgio Carbone”, durante “lo ronzio” e dopo, Egli ha sempre studiato ed ha appreso moltissimo dagli insegnamenti di quest’Ultimo sulla storia di Seborga, sull’Ordine e su tante persone che si sono spacciate come Suoi amici, anche se nel tempo, proprio molti di questi personaggi lo hanno tradito e continuano ad infangare la Sua memoria.
Dunque si legge chiaramente, si può facilmente intuire e soprattutto la storia ci insegna che “quest’Ordine non può avere vita al di fuori del Principato di Seborga”, quindi Romano non ha fatto altro che ribadire questa sacrosanta verità storica!
Per quanto riguarda poi “gli scopi personali”, beh! Tutto si può imputare al Romano tranne che ha cercato di perseguire scopi personali e d’altra parte, S.A.S. il Principe Giorgio 1°, Gran Priore del V.E.O.S.P.S.S., questo lo aveva capito bene tanto è vero che lo ha voluto come Segretario di Stato e come Vice Gran Priore.
“Sull’assoluta incoerenza del Romano” preferisco tacere, anche perché altrimenti potrei benissimo ed a lungo parlare di Barbero & co. Quest’ultimo certamente ricorderà come è stato elevato a Gran Priore il compianto Giorgio, mentre “il sig. Marcello Menegatto” così come egli si rivolge senza un minimo di rispetto per S.A.S. Marcello 1°, Principe di Seborga - a dispetto del Popolo che sovranamente lo ha eletto - è stato investito dai Cavalieri dell’Ordine e poi è stato acclamato Gran Priore oltre che da questi Ultimi anche dal Popolo (per conoscenza del Barbero, i Padrini del Cavaliere Menegatto sono stati un Cavaliere dell’Ordine ed il rappresentante del Popolo Seborghino).
Ha infine questo signore fatto un grande scoop dicendo che Romano ha registrato il marchio del Grande Oriente Italiano, del quale, tra l’altro, aggiungo io ne è stato Gran Maestro.
Il Romano ha sempre detto la verità anche quando ha dichiarato, come richiama il Barbero, “su alcuni giornali” di essersi messo in sonno. Ma i soci di Barbero lo hanno fatto ed hanno avuto il coraggio di pubblicarlo?
Allora, caro Barbero, forse l’assurda scenetta da avanspettacolo la sta facendo Lei, perché noi sappiamo benissimo che il V.E.O.S.P.S.S. “è una cosa seria” (come dice lei) quindi continui pure a presiedere la Sua Associazione e lasci stare in pace i Cavalieri che compongono l’Ordine riformato da Giorgio a proseguire il loro cammino.
Per quanto riguarda in ultimo il Suo riferimento ai “figli della vedova” non Le rispondo perché Lei ignora chi viene definito in questi termini e disconosce il significato vero. Un’ultima annotazione merita il riferimento all’ “Affaire Romano-Menegatto & C”.
Povero Barbero, in fondo mi dispiace, se non altro per la lunga compartecipazione al V.E.O.S.P.S.S., che si presta a strumentalizzazioni di altri Suoi consoci. Mente, sapendo di mentire, quando afferma “tutto questo è stato fortemente voluto” dal sig. Romano. Ancora una volta, non dice come sono andate le cose in quella riunione, in quale clima di tensione e di esasperazione è stata condotta l’operazione tendente alla “depurazione” di Alberto Romano. Dire la verità è sintomatico di rettitudine morale!
E’ vero ho controfirmato quel verbale, consapevole che, a quel punto, con o senza la mia firma, la decisione era già stata presa in Piemonte, ma è altrettanto vero che a chiusura dell’incontro Beltrutti, Bonsi e non ricordo chi altro, ebbero a sciorinare complimenti al Romano dicendo, tra l’altro, che se lo stesso si fosse candidato all’elezione per la nomina del nuovo Principe, tutti i Cavalieri avrebbero dovuto fare scudo sul Romano, “quale unica persona degna di poter rappresentare l’Ordine ed il Principato”.
Ebbene la richiamata “coerenza” non ha impedito invece che, gli stessi firmatari di quel verbale, preso atto della successiva candidatura del Romano, portassero avanti una campagna spietata di diffamazione (è pendente dinanzi alla Procura della Repubblica di Sanremo una denuncia-querela sporta dal Romano proprio per questo comportamento). Allora chi non è stato coerente? Chi si è allontanato da Seborga, perché non è stato eletto Principe il candidato appoggiato (Pepi Morgia) o chi invece ha continuato a stare a Seborga o i Cavalieri che hanno partecipato alla investitura del Principe eletto o quelli che sono stati sempre presenti ad un semplice richiamo del Principe?
Risponda su questo punto Barbero, lui che si preoccupa di onorare il nome di Seborga. Ma dove lo onora in Piemonte o casualmente, senza farsi vedere, venendo a Seborga per chiudersi in qualche alloggio compiacente?
Quanto, proprio per finire, all’accenno al ruolo “di spalla scelto dal “sig. Marcello Menegatto” forse Barbero che tanto dice di essere impegnato nella tutela dell’onorabilità “del glorioso nome di Seborga” non si è reso conto di quanto sia stato offensivo ma prima ancora che della persona di S.A.S. Marcello 1°, della Popolazione Seborghina.
Ricordo a Barbero che Sua Altezza è stata eletta dalla maggioranza dei cittadini del Principato ed ha superato con uno scarto di circa 30 voti l’altro candidato.
Allora o Barbero dice che i cittadini del Principato sono stati degli sciocchi ad eleggere una persona, priva di personalità, quale il Principe di Seborga o, peggio ancora, quest’ultimo è un incapace che si fa strumentalizzare da Alberto Romano.
Non faccio volutamente commenti in proposito, posso solo ricordare che Romano, che non ha espresso la propria preferenza né per l’uno, né per l’altro candidato, non ha incarichi governativi e per molti mesi, proprio per la campagna di diffamazione che lo ha accompagnato e di cui si è detto prima, è rimasto in silenzio pur continuando a frequentare il Principato di Seborga, contrariamente agli altri che dicono di lavorare, per dimostrare ai Seborghini, che “con serietà e con onestà si può fare molto per far riprendere a Seborga il ruolo che le compete”.
COERENZA: questi propugnatori di valori ineccepibili, prima se ne vanno via da Seborga, poi tentano di portare via l’Ordine ed oggi si fanno portavoce di questi nobili proponimenti. Per favore, Barbero, Le ripeto diriga, pure, la Sua Associazione e chieda consensi alle persone che lo ascoltano, ma lasci in pace nel Suo cammino il Venerabilis Equester Ordo Sacri Principatus Sancti Sepulchri che non è certo di proprietà di un’associazione, ma appartiene per storia al Principato di Seborga.
Viva il Principato di Seborga, viva i suoi Cittadini, Viva il Suo Principe.
La ringrazio, egregio Direttore, se approfitto ancora una volta della Sua ospitalità, ma ne avrei fatto volentieri a meno se avessi avuto la possibilità di indirizzare la presente alla Gazzetta dei Cavalieri Bianchi di Seborga.
Con immutata stima.
Alberto Romano
Cavaliere e Vice Gran Priore del V.E.O.S.P.S.S.