Il Consiglio
de Priori ha confermato ancora una volta la piena fiducia e il pieno sostegno a
S.A.S. Marcello I e al suo governo.
La riunione del Consiglio è avvenuta dopo pochi giorni dalla pubblicazione sui giornali della lettera della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (datata 4 luglio 2014), nella quale enunciava l’inammissibilità del ricorso presentato dal Principato nel 2008 dall’allora Principe Giorgio I per la riattivazione dell’indipendenza dalla Repubblica Italiana. Il provvedimento è definitivo.
La riunione del Consiglio è avvenuta dopo pochi giorni dalla pubblicazione sui giornali della lettera della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (datata 4 luglio 2014), nella quale enunciava l’inammissibilità del ricorso presentato dal Principato nel 2008 dall’allora Principe Giorgio I per la riattivazione dell’indipendenza dalla Repubblica Italiana. Il provvedimento è definitivo.
La decisione
della Corte ha preso di sorpresa un po’ tutti perché - sebbene si attendeva da tempo
un suo pronunciamento su questo ricorso - il governo non ne aveva informato la
cittadinanza!
Da un lato,
disapproviamo la decisione presa da Marcello I di non aver subito diffuso la
notizia. Il governo ne
era al corrente già da mesi - come lo ha ammesso lo stesso Principe - ma ha
preferito tacere. E così la
decisione della Corte l’abbiamo saputa da uno dei firmatari di questo ricorso, e ora portavoce
di un “gruppo di dissidenti", i quali hanno capitalizzato su questo silenzio
come capo d’accusa contro il Principe, accusandolo di nascondere la verità ai Seborghini (con la complicità anche della Gazzetta che -
a detta di questi signori - viene tacciata come organo di propaganda del
governo...!).
Dall’altro
lato, apprezziamo l’intervento immediato e diretto di Marcello I nell’ammettere
di aver taciuto e nel chiarire certe responsabilità, soprattutto di coloro che oggi (a
differenza di ieri) non ne vogliono far parte.
Speriamo che dopo il polverone sollevato in questi giorni, si ritorni alla calma e si comprenda l'importanza di non sottovalutare l'effetto che certe decisioni (il far sapere o meno) possono provocare nei delicati equilibri di fiducia esistenti fra le istituzioni e i cittadini. Soprattutto in
questi tempi, dove la cittadinanza è costretta ad assistere a persistenti
e pesanti accuse (tutte calcolate), mirate a screditare e denigrare la persona e l’operato
di Marcello I e il suo governo.
Ancora una volta bisogna constatare che dietro alla diffusione della notizia della Corte Europea, c'e` in realta` un'orchestrata campagna denigratoria, promossa da un gruppetto di persone che si atteggia come i
veri paladini (!) della Causa Seborghina e come messaggeri di pace, di benessere e di un
futuro glorioso per Seborga.
Qui non stiamo parlando di un programma politico portato avanti da un partito di opposizione a cui si deve consentire l’ascolto e la dovuta considerazione, come forza alternativa a chi governa.
Qui non stiamo parlando di un programma politico portato avanti da un partito di opposizione a cui si deve consentire l’ascolto e la dovuta considerazione, come forza alternativa a chi governa.
Qui abbiamo a
che fare con un gruppo che si comporta (visto i metodi che adopera) alla
stregua di agitatori, altro che da paladini della Causa Seborghina!
Sia ben chiaro
che noi non siamo contrari a un’opposizione. Tutt’altro! Ben venga l'opposizione!
Il Principato
ha bisogno, per il suo bene, di convivere e confrontarsi con un’opposizione,
legittima, rappresentativa e dichiarata apertamente, soprattutto ora che ci
avviciniamo alla fine del settennato.
Oggi a Seborga
ci sono cittadini che non sono soddisfatti dell’operato del Principe e del suo
governo. Non c’è niente di male in questo. Questi cittadini possono esprimere il loro dissenso
come individui o collettivamente. Possono farlo ora in modo civile e
democratico, attraverso varie forme di espressione, e lo potranno fare anche quando
andranno a votare, fra due anni!
Se non si è d’accordo
con qualcosa o qualcuno, non per questo si ha la licenza di distruggere o di
comportarsi da forsennati. Se ne parla e se ne discute, fra le persone
interessate o in riunioni pubbliche. Il Principe deve fare da garante affinche` l'autorita` ascolti le ragioni del
dissenso e ne prenda nota. Gli insoddisfatti devono spiegarsi e proporre
alternative e - se non basta - protestare con il voto.
Questo gruppo invece, non porta ancora un nome, non si è ancora pubblicamente dichiarato
e non si è ancora presentato ai Seborghini con un programma. Soprattutto
non ha ancora chiesto a loro, la fiducia di rappresentarli come forza
alternativa!
Di certo, i Seborghini sono gente schietta, che non si piega alle prepotenze, alle trivialità e alle cortigianerie; né tantomeno si sottomettera` ad un autoproclamato “principe” che non sia stato eletto democraticamente. I Seborghini non si lasciano prendere in giro facilmente.
Di certo, i Seborghini sono gente schietta, che non si piega alle prepotenze, alle trivialità e alle cortigianerie; né tantomeno si sottomettera` ad un autoproclamato “principe” che non sia stato eletto democraticamente. I Seborghini non si lasciano prendere in giro facilmente.
In merito al
cammino verso il riconoscimento di indipendenza del Principato (e chiusa questa
procedura partita male sin dall’inizio), il governo non è rimasto fermo con le
braccia conserte, in attesa di sentirsi dire quello che già sospettava.
Il sogno di indipendenza non è svanito, come alcuni si sono prodigati subito di annunciare a grandi titoli o a gridare indignati: "vergogna!".
Il sogno di indipendenza non è svanito, come alcuni si sono prodigati subito di annunciare a grandi titoli o a gridare indignati: "vergogna!".
Ci sono molte altre
“cartucce” (per usare lo stesso termine usato dal "gruppo"), che il governo intende usare. Sono coinvolti Paesi dell'Africa, il
Vaticano e avvocati di diritto internazionale.
Le conoscenze
personali di Marcello I non sono da sottovalutare e forse anche per questo i
Seborghini lo hanno eletto per assumersi questa gravosa responsabilità di
portare avanti il sogno di indipendenza. I Seborghini gli hanno dato sette anni
di tempo, con possibilità di rinnovo, se sono d'accordo.
Così funziona
da queste parti. Gli altri, non ci interessano; che piaccia a loro o no.
R. C. SeborgaPress