18 febbraio 2010

La filosofia della Massoneria

Dist.mo Sig. Segnini Bocchia di San Lorenzo ,
innanzitutto La ringrazio per il titolo di dottore che mi attribuisce e che io
voglio considerare solo "di cortesia" giacchè non sono laureato e non è mia abitudine attribuirmi titoli e/o qualifiche che non mi spettano.
Mi fa molto piacere che Ella abbia apprezzato le mie delucidazioni in materia
Massonica e Le consiglio di approfondire l' argomento che è senza dubbio molto interessante.
In effetti la "filosofia della Massoneria" contiene ben poco di anti-religioso o anti-cristiano; al massimo è un po' anti-clericale: indubbiamente la Santa Sede non ha ancora "digerito" il ricordo della "breccia di porta Pia" e tutto ciò che ha portato al
risorgimento ed all' unità d'Italia (con conseguente fine del potere temporale dei Papi) che ha visto protagonisti proprio tanti massoni quali Garibaldi, Cavour, Bixio ecc. ecc.
Leggo che Ella nutre ancora dei legittimi ma ingiustificati "sospetti" circa la legittimità degli Ordini cavallereschi delle chiese cattoliche patriarcali e i è gradito provare a fugarli.
Lei giustamente cita lo I.A.G.I., Istituto Araldico Genealogico Italiano, che per l' alta competenza dei Suoi dirigenti è indubbiamnte diventato negli anni una delle più
competenti "voci" in materia cavalleresca il quale, per bocca del Suo presidente, lo stim.mo Sig. Pier Felice degli Uberti, sostiene che "gli ordini cavallereschi delle chiese patriarcali non sono tali ma solo sistemi premiali delle chiese che li hanno istituiti e con la precisazione che i titoli cavallereschi da esse conferiti sono da considerarsi solo come < sinonimi > di cavalierati veri e propri e che tali non sono”.
La questione, secondo me, è poco opinabile in quanto la "fons honorum", vulgo, il diritto di concedere onorificenze e/o titoli, deriva dal riconoscimento dell' autonomia di queste chiese da parte della Santa Sede con la quale sono comunque in totale
comunione: come già da me sostenuto, al massimo si potrebbe definire un "diritto
derivato" e non "diretto" come nel caso della Santa Sede.
Lo stesso presidente dello I.A.G.I., commemorando la dipartita di Suo padre
Alfredo (vedasi sito: http://www.iagi.info/alfredodegliuberti.htm) e ricordandone
le numerose e più che meritate onorificenze, elenca tra le tante:
- cavaliere dell' Ordine di San Gregorio Magno (Santa Sede)
- cavaliere di gran croce dell' Ordine patriarcale di S.Ignazio d'Antiochia
(Chiesa patriarcale!).
Il Sig. degli Uberti è persona serissima e competente anche se talvolta tiene
un comportamento che non capisco proprio: ad esempio non riconoscerebbe mai il mio titolo di conte "jure sanguinis" (ossia legittimo ma con predicato non cognomizzato e titolo per il quale la mia famiglia, anti-savojarda, non ha mai chiesto il riconoscimento del C.N.I.) ma attribuisce a se stesso ed a Suo padre il titolo di "conte di Cavaglià" che è solo jure sanguinis esattamente come il mio: perchè due pesi e due misure?
Accetto molto volentieri il Suo gradito invito a continuare a confrontarci, magari di pesona, dopo l'elezione del nuovo principe di Seborga: credo che fare la Sua conoscenza sarebbe per me un arricchimento.

La omaggio distintamente,
UMBERTO SAVIOLI
(conte Savioli Caccianemici di Monticino)